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Il lancio della ricerca AI di Google Bard è stato, beh, noioso

Jan 10, 2024

Già con mesi di ritardo, oggi Google sta lentamente lanciando il suo chatbot basato sull’intelligenza artificiale, Bard. Ma Google, una volta una potenza nella ricerca, sembra che stia adottando un approccio estremamente conservatore nei confronti del suo nuovo chatbot.

Cos'è Bard? Google la descrive come "un'esperienza complementare alla Ricerca Google", nel suo post sul blog martedì. Google ha annunciato il chatbot Bard a febbraio, sottolineando che utilizza un modello linguistico diverso, chiamato LaMDA (o Language Model for Dialogue Applications), che utilizzerà per alimentare il chatbot.

Ma se ti stai chiedendo se Google sta facendo un grande passo avanti nella ricerca basata sulla chat? No, non adesso. In effetti, il suo post sul blog sembra piuttosto silenzioso, come se stesse semplicemente cercando di restare fermo e non colpire.

Per prima cosa, c'è semplicemente l'approccio: integrare la ricerca di Google sembra piuttosto conservatore: poiché Google controlla già circa il 90% del mercato della ricerca, chiaramente non è ancora disposto a voltarsi oltre. Bard assomiglia alle prime istanze della chat AI di Bing: risposte semplici, generazione di idee, quel genere di cose. Non sappiamo, ad esempio, quanto possono essere lunghe le risposte e se Bard consentirà risposte creative come quelle generate da Bing e ChatGPT. Ti consentirà, tuttavia, di scegliere tra varie "bozze" della risposta, dove puoi effettivamente vedere una o due frasi. Uhm, bello?

Se effettui una ricerca all'interno di Bard, avrai la possibilità di "cercare su Google" per ricevere ancora più risposte, ma senza alcuna attribuzione per vedere da dove Bard trae la sua risposta.

Anche Bard sta limitando le risposte. Le prime versioni di Bing Chat tendevano a diventare strane, o peggio, quando gli utenti erano impegnati in lunghe conversazioni con Bing. Anche Bard non rischia lo stesso tipo di interazione e limiterà anche le risposte. Secondo Google, questo è progettato per mantenere le risposte in tema.

Infine, Google sembra molto consapevole del fatto che la sua prima dimostrazione di Bard includeva un errore fattuale ben pubblicizzato identificando erroneamente il telescopio spaziale James Webb come il primo a scattare foto di un pianeta al di fuori del sistema solare. In un esempio di oggi, Google ha persino evidenziato un risultato di ricerca in cui Bard ha sbagliato.

Ma nel giorno in cui Microsoft ha aggiunto la generazione di immagini AI alla sua Bing Chat, e poco dopo che Runway ha debuttato con l'intelligenza artificiale da testo a video, puoi perdonare il mondo per aver semplicemente alzato le spalle davanti a Bard.

Google, infatti, non caratterizza Bard nemmeno come un prodotto, ma come un "esperimento". Tutto lascia la netta impressione che Google, una volta il re della ricerca, potrebbe essere più un campionato minore tra una serie di nuovi giocatori di punta dell'IA.

In qualità di redattore senior di PCWorld, Mark si concentra, tra le altre cose, sulle novità Microsoft e sulla tecnologia dei chip. In precedenza ha scritto per PCMag, BYTE, Slashdot, eWEEK e ReadWrite.